sabato 3 marzo 2007

globalizzazione e isolamento a noio

Nell' era della globalizzazione Noio (si chiamerebbe Mojo, ma questo neologismo rispecchia meglio la realtà attuale) si trova escluso dalle dinamiche di collegamento e di integrazione mondiali, per non dire nazionali, per non dire regionali, per non dire provinciali, per non dire locali.
Per dirla in maniera schietta, se vi trovate a Mojo Alcantara e all' improvviso vi si ferma la macchina e volete raggiungere la vostra meta con i mezzi pubblici... sono cazzi vostri.
Nonostante tutto, noi mojesi, cittadini del mondo, a cui va normalmente applicata la convenzione del rispetto dei diritti fondamentali dell' uomo (siamo mojesi, mica animali!), paghiamo le tasse, ci diamo dei "rappresentanti", conformiamo il nostro agire alle stesse regole a cui si rifanno tutti i normali italiani, o presunti tali. Il dilemma insormontabile che adesso si presenta è perché non dovremmo godere degli stessi diritti, o comunque, perché non dovremmo poter viver in condizioni se non dignitose, quantomeno europee o meglio nordafricane?
Non voglio utilizzare la macchina. Perché non voglio contribuire all’ intasamento di strade e autostrade. Perché non voglio inquinare l’ ambiente. Perché non voglio finanziare ormai troppe guerre combattute in nome della democrazia e in nome di dio, che comunque si riassumono in una parola sola che è “petrolio”… E i nostri rappresentanti come premiano questo mio virtuosismo? Facile, mi lasciano a piedi (vogliono così, forse, rimediare al mio stress? ).
In realtà c’è molto poco da scherzare e da ridere.
Il fatto che abitiamo in un piccolo paesino è sempre servito da alibi per sopperire ai deficit di attenzione nei nostri confronti, così l’ assessore , l’ onorevole, il presidente di turno si è finora sentito il diritto di poter dire “è una piccola comunità”, “non ci possiamo fare niente”, “tranquilli che una volta che facciamo il ponte sullo stretto fecemmu l’ aeropottu nna chiana”.
Ora io dico, ma che male vi faceva quel tratto di ferrovia che collegava Randazzo e Giardini, passando per Mojo?
Era una comodità per i ragazzi che andavano a scuola a Francavilla, a Randazzo, a Trappitello.
Era una comodità per quegli anziani che non avendo nessuno che li accompagnasse nei paesini limitrofi rimediavano con un semplice biglietto.
Era un’ attrazione per i turisti,che con poche migliaia di lire potevano attraversare paesaggi incontaminati e portare a casa loro foto e ricordi di posti bellissimi (dalle pendici dell’Etna, alle Gole dell’ Alcantara, al litorale).
A quanto pare era una comodità per tutti e un disagio per nessuno.
Vabbè che il nostro amato presidente della regione (ed ex assessore nelle varie giunte regionali passate) è proprietario di una linea di autobus che porta il suo stesso cognome, ma pensare che ci sia un disegno atto a spostare il traffico dalle rotaie alle gomme è dietrologia, roba da comunisti!
Ma allora, perché…
Perché ci avete lasciato a piedi?
Perché ci avete usurpato questo nostro diritto?
Perchè state lasciando deteriorare una linea che tanti soldi e tanta fatica è costata, e tanti utili ha portato?
Perché tutti i partiti che si presentano alle elezioni comunali rinnovano la promessa di interessarsi alle sorti di questa via, per dimenticarsene immediatamente e nuovamente una volta eletti?
Perché nessuno non si indigna vedendo tutto ciò?

3 commenti:

molay ha detto...

La soppressione della linea Giardini - Randazzo è una ferita che stenta a rimarginarsi. In effetti gli amministratori della valle non hanno fatto nulla, non hanno nemmeno inscenato cori di vibrante protesta, tanto per fare un po' di scena. Si sono nascosti dietro frasi del tipo "Era diventato un ramo secco", o dietro disquisizioni sulla spietata legge dei mercati. Era una grandissima comodità, soprattutto per gli studenti che dovevano spostarsi nei paesi vicini.
Un paio di anni fa un onorevole della zona (o presunto tale) mi parlò di un suo progetto di riqualificazione e riattivazione del tratto. Il progetto giace morto in qualche cassetto. Nessuno lo piange.

Anonimo ha detto...

... e se provssimo a riproporre la riapertura del " ramo secco"?
Ogni blogger può informare altri dell'iniziativa fino a coinvolgere tutti gli abitanti dei tanti paesi dell'Alcantara.Tutti sentiamo la mancanza del trenino e siamo più convinti che mai che la sua riattivazione sarebbe inportante e un ottimo mezzo per far conoscere e valorizzare la nostra splendida valle.

Anonimo ha detto...

ci sta pensando la circumetnea, lo studio di fattibilità è già alla regione sicili, si attende il finanziamento di 50 milioni di euro, i lavori comprenderanno la ricostruzione del binario, l'elettrificazione della linea, e nuovi treni!