sabato 5 aprile 2008

La leggenda del cieco ingannato

Secondo la tradizione popolare, la nasciata del Monte Moio è legata alla leggenda del cieco ingannato, ovvero l’inganno che una persona benestante perpetrò ai danni del fratello cieco nella divisione del raccolto.
“ Imperciocchè dicono essere stati due fratelli, l’uno de’ quali era cieco, che avendo quei campi seminati e fatta grandissima quantità di grano, al tempo di dividerlo, il fratello che vedeva, misurava quello con la misura, che modio o pur moggio si chiamava, e quando lo riempiva dal cupo, lo riponeva dalla sua parte, e quando per il fratello riempiva solamente il fondo per il rovescio quella misura. Laonde dicono, che il cieco, toccando con la mano il grano, non potendosi accorgere dell’inganno, diceva: Se non vedo io,vede per me Iddio. Finalmente, essendo il grano diviso e fatto un grandissimo mucchio dalla parte del fraudolente fratello, sopravvenne miracolosamente un lampo di fuoco dal cielo, che bruciò lui con tutto il grano; laonde diventò un altissimo monte di terra arsiccia e di color quasi rossa in quel piano separato e dsgiunto dalle altissime montagne oggi chiamate di Pitari, le quali, seguendo la schiena dell’Appennino dal Peloro per l’alpi di Tauromena, quivi sono molto dirupate ed altissime per la parte di tramontana dal Moggio, il quale dall’effetto prese il nome del monte del Moggio, cioè dalla misura, ed indi diede il nome al campo”.

Da Trinacriae chorographia (1557) (Descrizione della Sicilia) di Antonio Filoteo degli Omodei.

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