Ciao Molay, da un altro continente osservo il blog ed è inutile dire che nonostante le ali siano dispiegate per un viaggio lungo e interessante, le radici tirano ed è grande il piacere di tornare con la mente nei pacifici, assuefanti, soporiferi, semplici e splendidi meandri della nostra terra. Da tempo non invio più post al blog. Inizialmente avevo sperato che finalmente baluginava uno spazio,ahimè virtuale ma sempre meglio che nulla, di dibattito sulle condizioni economiche politiche e sociali di Mojo e della vallata. Questo non è accaduto e il blog è diventato esclusivamente un photoblog. Ma da questa distanza ne percepisco l’utilità. Veramente belle le foto della fiera. Ho letto anche su web esaltanti articoli su La Sicilia (giornale esaltante ed esaltato), riguardo il programma. Che dire, l’amministrazione è nuova e il gruppo sta provando ad oliare gli ingranaggi del lavorare e produrre insieme. Ma un cambiamente reale non si percepisce. Perché non si prova a fare qualcosa di realmente diverso, particolare e singolare che possa promuovere le peculiarità della cultura e delle origini di Mojo e della Valle dell’Alcantara? Ok, Amedeo Minghi è oggettivamente bravo e Mojo solo poche volte ha ospitato artisti del suo spessore, Luisa Corna è bona . Molto bona… Ma è possibile vederli a Mojo, come a Malvagna, come a Bolzano, come in qualsiasi altro importante o sperduto posto d’Italia (e qui il collegamento con il tormentone del turismo sembra scontato: perché un turista dovrebbe venire giusto a Mojo ad assistere a questo tipo di rappresentazioni? ). Sembra quasi un volere scimmiotare una cultura settentrionale e alla moda che in realtà non ci appartiene. Le nostre radici sono ben più distanti e ricche. Non vergogniamoci del nostro essere più simili agli arabi che ai piemontesi. Non vergogniamoci delle nostre resistenze a venire assimilati. Non vergogniamoci delle nostre origini e della nostra cultura popolare e agreste. Tutti questi fattori non rappresentano un sinonimo di arretratezza e ignoranza, o meglio lo sono se vengono celati e da noi stessi censurati in nome di una modernizzazione che culturalmente non siamo capaci di gestire perché aliena e a volte (fortunatamente) incompatibile con la nostra struttura sociale. Solo nel momento in cui questi verranno promossi come elementi di ricchezza e sostenuti con senso di dignità potrà finalmente vedersi a Mojo quello sviluppo non solo economico, ma anche sociale e culturale da tempo e da tanti auspicato. “La primavera intanto tarda ad arrivare”. p.s.: giusto per essere chiari, la mia non vuole essere una critica distruttiva; sono contento che un nuovo gruppo stia tentando di esprimere il proprio dinamismo nonostante si sia insediato da poco. La commissione e l’amministrazione insieme hanno mostrato abilità e impegno nel costruire e sostenere l’evento, nonostante le difficoltà e i mille ostacoli. Il mio vuol essere solo uno spunto di riflessione oltre che l’esternazione di una speranza. p.p.s: condivido e apprezzo la tua scelta di voler publicare solo foto riguardanti la fiera o momenti di spensieratezza e allegria popolare, piuttosto che mostrare straconosciuti artisti o gratuiti, ma improponibili, musical.
Ciao Peppe, i tuoi interventi sono sempre graditi e mai banali, per questo ti invito a scrivere con più frequenza. Ultimamente il blog è stato riempito di foto perché anche le immagini sono uno spunto di riflessione oltre che fonte di gioia per chi le osserva da lontano. La mia analisi della Fiera di Moio non è lontana dalla tua: bene Minghi e la Corna (meglio la seconda) ma per i prossimi anni occorre fare di più, ossia caratterizzare l'evento come un prodotto originale della nostra cultura all'insegna delle tradizioni popolari perché, inutile negarlo, nell'era della globalizzazione (termine orrendo e abusato) c'è un bisogno ancora maggiore del senso dell'appartenenza ad una comunità. Ed io sono convinto delle buone potenzialità del nostro piccolo paese. L'Amministrazione e la Commissione hanno fatto quello che dovevano fare e l'hanno fatto bene. Per quanto riguarda i titoli trionfalistici di certi quotidiani locali... sappiamo come funzionano le cose da noi, lasciamo perdere e occupiamoci di quello che di buono è emerso negli ultimi mesi a Moio, affinché possa diventare un albero che produca buoni frutti. Il cambiamento reale, come dici tu, non si percepisce. E' vero, ma io penso che stia proprio dietro l'angolo. Ovviamente serve il contributo di tutti, anche del tuo. Un caro saluto.
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Ciao Molay, da un altro continente osservo il blog ed è inutile dire che nonostante le ali siano dispiegate per un viaggio lungo e interessante, le radici tirano ed è grande il piacere di tornare con la mente nei pacifici, assuefanti, soporiferi, semplici e splendidi meandri della nostra terra. Da tempo non invio più post al blog. Inizialmente avevo sperato che finalmente baluginava uno spazio,ahimè virtuale ma sempre meglio che nulla, di dibattito sulle condizioni economiche politiche e sociali di Mojo e della vallata. Questo non è accaduto e il blog è diventato esclusivamente un photoblog. Ma da questa distanza ne percepisco l’utilità.
Veramente belle le foto della fiera. Ho letto anche su web esaltanti articoli su La Sicilia (giornale esaltante ed esaltato), riguardo il programma.
Che dire, l’amministrazione è nuova e il gruppo sta provando ad oliare gli ingranaggi del lavorare e produrre insieme. Ma un cambiamente reale non si percepisce.
Perché non si prova a fare qualcosa di realmente diverso, particolare e singolare che possa promuovere le peculiarità della cultura e delle origini di Mojo e della Valle dell’Alcantara? Ok, Amedeo Minghi è oggettivamente bravo e Mojo solo poche volte ha ospitato artisti del suo spessore, Luisa Corna è bona . Molto bona… Ma è possibile vederli a Mojo, come a Malvagna, come a Bolzano, come in qualsiasi altro importante o sperduto posto d’Italia (e qui il collegamento con il tormentone del turismo sembra scontato: perché un turista dovrebbe venire giusto a Mojo ad assistere a questo tipo di rappresentazioni? ). Sembra quasi un volere scimmiotare una cultura settentrionale e alla moda che in realtà non ci appartiene.
Le nostre radici sono ben più distanti e ricche. Non vergogniamoci del nostro essere più simili agli arabi che ai piemontesi. Non vergogniamoci delle nostre resistenze a venire assimilati. Non vergogniamoci delle nostre origini e della nostra cultura popolare e agreste. Tutti questi fattori non rappresentano un sinonimo di arretratezza e ignoranza, o meglio lo sono se vengono celati e da noi stessi censurati in nome di una modernizzazione che culturalmente non siamo capaci di gestire perché aliena e a volte (fortunatamente) incompatibile con la nostra struttura sociale. Solo nel momento in cui questi verranno promossi come elementi di ricchezza e sostenuti con senso di dignità potrà finalmente vedersi a Mojo quello sviluppo non solo economico, ma anche sociale e culturale da tempo e da tanti auspicato.
“La primavera intanto tarda ad arrivare”.
p.s.: giusto per essere chiari, la mia non vuole essere una critica distruttiva; sono contento che un nuovo gruppo stia tentando di esprimere il proprio dinamismo nonostante si sia insediato da poco. La commissione e l’amministrazione insieme hanno mostrato abilità e impegno nel costruire e sostenere l’evento, nonostante le difficoltà e i mille ostacoli. Il mio vuol essere solo uno spunto di riflessione oltre che l’esternazione di una speranza.
p.p.s: condivido e apprezzo la tua scelta di voler publicare solo foto riguardanti la fiera o momenti di spensieratezza e allegria popolare, piuttosto che mostrare straconosciuti artisti o gratuiti, ma improponibili, musical.
Ciao Peppe, i tuoi interventi sono sempre graditi e mai banali, per questo ti invito a scrivere con più frequenza. Ultimamente il blog è stato riempito di foto perché anche le immagini sono uno spunto di riflessione oltre che fonte di gioia per chi le osserva da lontano. La mia analisi della Fiera di Moio non è lontana dalla tua: bene Minghi e la Corna (meglio la seconda) ma per i prossimi anni occorre fare di più, ossia caratterizzare l'evento come un prodotto originale della nostra cultura all'insegna delle tradizioni popolari perché, inutile negarlo, nell'era della globalizzazione (termine orrendo e abusato) c'è un bisogno ancora maggiore del senso dell'appartenenza ad una comunità.
Ed io sono convinto delle buone potenzialità del nostro piccolo paese. L'Amministrazione e la Commissione hanno fatto quello che dovevano fare e l'hanno fatto bene. Per quanto riguarda i titoli trionfalistici di certi quotidiani locali... sappiamo come funzionano le cose da noi, lasciamo perdere e occupiamoci di quello che di buono è emerso negli ultimi mesi a Moio, affinché possa diventare un albero che produca buoni frutti. Il cambiamento reale, come dici tu, non si percepisce. E' vero, ma io penso che stia proprio dietro l'angolo. Ovviamente serve il contributo di tutti, anche del tuo.
Un caro saluto.
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